Premi In/Architettura 2020 Campania: i vincitori
24/11/2020 – Nonostante le limitazioni imposte dall’attuale emergenza sanitaria, i Premi In/Architettura 2020 continuano a fare il proprio corso e anche la Campania ha ufficializzato ieri i nomi dei propri vincitori regionali.
La giuria, composta da Roberta Vitale (presidente), imprenditrice in rappresentanza di Acen, Pasquale Belfiore, presidente onorario di Inarch Campania, Carlo De Luca, presidente di Inarch Campania, Bruno Discepolo, assessore regionale al Governo del Territorio, Fabio Donato, fotografo, Gianluca Peluffo, architetto, Luigi Prestinenza Puglisi, critico di architettura, Massimiliano Rendina, vice presidente di Inarch Campania e Davide Vargas, architetto, ha individuato, tra i 116 candidati, 12 opere particolarmente meritevoli, assegnando premi e menzioni.
Intervento di nuova Costruzione (>5 mln)
Centro Commerciale “Le Cotoniere”
Un’architettura eterodossa, dove nulla è dato per scontato. La storia e la geografia del sito indagate e utilizzate come materiali del progetto, nella forma e nella materia. Un complesso e articolato intervento di rigenerazione urbana e ambientale, recuperando un complesso produttivo dismesso che si trasforma in spazio del commercio e dell’incontro, in un rapporto genealogico con il carattere dei luoghi. Una sintesi architettonica di singolare e autonoma capacità espressiva e formale che denuncia al contempo un controllo attento e minuzioso del processo costruttivo, attraverso la scelta e l’uso dei materiali, la riconfigurazione dello spazio architettonico, esterno e interno, il rapporto con l’ambiente circostante.
Menzione Intervento di nuova costruzione (>5 mln)
Ospedale del Mare a Napoli
Un grande spazio vetrato d’ingresso, un sorprendente tholos circolare che irrompe nella periferia napoletana e che, su diversi livelli, rappresenta la struttura di accoglienza che introduce all’albero dei percorsi, un edificio di collegamento, staccato da terra con lunghe ramificazioni vetrate che innerva e organizza i flussi e le funzioni dei diversi padiglioni, rendendo il complesso ospedaliero un organismo compatto e perfettamente collegato. Un’architettura che interpreta con grande capacità, seppur in parte, il modo di intendere oggi un ospedale contemporaneo, attraverso l’uso sapiente dello spazio e della materia, con la luce, il colore e il rapporto con l’ambiente circostante.
Intervento di nuova Costruzione (< 5 mln)
Ampliamento del Cimitero di Pianura
Trasparenza, leggerezza e apertura verso l’esterno, sono i caratteri prevalenti dell’ampliamento al complesso cimiteriale di Pianura. È il primo stralcio di un intervento più esteso, un nuovo edificio con un impianto ad L su quattro livelli oltre un livello ipogeo. L’ involucro metallico, una sorta di pelle traforata con pannelli a grana e colori differenti, definisce il pattern compositivo della facciata, determinando il carattere architettonico dell’intervento. Un’architettura che mette in discussione il concetto stesso di cimitero come proviene anche dalla modernità. Non più città dei morti rivolta solo al proprio interno, ma spazio che si apre verso l’esterno, che cerca una relazione con la città circostante, ma che ricorda anche qui, allo stesso tempo, che il rapporto privato con la morte è sempre rapporto civile con l’istituzione. Una prova coraggiosa, una risposta possibile al tema della morte nell’attuale condizione contemporanea, di cui abbiamo bisogno.
Menzione Intervento di nuova costruzione (<5 mln)
Clinica odontoiatrica Lamanna
L’opera prende le distanze dal disordinato contesto circostante rinunciando a note stridenti per affidarsi ad una misurata, laconica eleganza. Il calibrato gioco dei pieni e dei vuoti, traslucidi o leggermente dissimulati, e l’attento studio dei patterns conferiscono all’ “ermetico” fronte alla strada un carattere vagamente enigmatico che non concede all’espressione della funzione segni convenzionali né sembianze consuete. L’esplorazione di un registro linguistico dagli accenti insoliti e dagli effetti ricercati, prosegue oltre la soglia verso interni ricchi di efficaci dispositivi spaziali ed impreziositi da un efficace accostamento di materiali. Opera esemplare per gli esiti di una ricerca linguistica di singolare qualità che gli autori propongono ad una committenza sensibile ed illuminata.
Menzione Intervento di nuova costruzione (<5 mln)
Sentieri di natura
Singolare equilibrio delle forme nello spazio dell’opera sannitica dei fratelli aversani. Qui la curiosità a cui segue la scoperta; qui l’irrefrenabile desiderio di dialogo coi luoghi; qui un gioco sapiente di rimandi e abbinamenti inusuali di materia e forme. Attraverso l’intricata ma aerea scatola di filamenti metallici che silenziosa distingue e lega la natura all’artificio, le stereometrie spaziali cercano e trovano modo giusto di esprimersi. La misurata iterazione a larghe trame dei legni chiari che strutturano e cuciono il porticato dell’accoglienza é certo metronomo di molteplicità compositive. In esse l’opera tocca spesso momenti di liricità.
Intervento realizzato da giovani progettisti
Interno_CF.17
L’intervento ha il suo punto di forza nell’essenzialità del disegno e nel rapporto tra la scala dell’insieme e quella del dettaglio che intrecciano un dialogo serrato, equilibrato ed armonioso. La grana sottile delle chiare superfici, che domina la composizione, incontra nelle travi di calcestruzzo armato lasciate a facciavista un ruvido e scabro elemento dissonante.
Menzione Intervento realizzato da giovani progettisti
d’2 – store
Realizzazione che evita le soluzioni convenzionali generalmente riservate a questa tipologia ricorrendoad un accostamento particolarmente riuscito di materiali dalle grane e dalle tessiture diverse che connotano i diversi spazi. Alcuni spunti abilmente disseminati lasciano intuire la volontà degli autori di conferire un gustoso tono ironico al carattere dell’intervento dominato da un complessivo understatement.
Intervento di rigenerazione urbana
Borgo Biologico
Un intervento esemplare di rigenerazione urbana delle aree interne in un piccolo borgo medievaledell’Alta Irpinia, aggrappato alla collina, a 800 metri di altezza che oggi, dopo il terremoto del 1980, conta poco più di 300 abitanti.È l’avvio di un progetto diffuso di recupero architettonico e urbano che, per anastilosi, rimette insieme i pezzi del paese originario, ricostruendo ma anche reinterpretando storia e memoria dei luoghi. In questo senso,aree di sedime di edifici crollati si trasformano in un piccolo teatro all’aperto o in terrazze affacciate sul paesaggio circostante, o anche case abbandonate o dirute rinascono a nuova vita, ospitando nuove funzioni con una diversa, possibile accoglienza, pur recuperandone il carattere originario. Tradizione e innovazione s’incontrano continuamente in un minuzioso e sapiente equilibrio architettonico,per confermare un racconto delle aree interne, fatto di vitalità, competenza e sguardo lungo verso un futuro possibile.
Menzione Intervento di rigenerazione urbana
Recupero Area ex fabbriche Chiurazzi e Visconti
Ordine organizzativo delle parti secondo ben misurate geometrie di impianto e diffuso controllo dei rapporti spaziali e cromatici tra luogo e nuove entità volumetriche integrate, fanno di questa luminosa opera in territorio urbano di Napoli e della sua essenzialità linguistica mai ostativa a spunti d’originalità, un esemplare caso di quanto la chiarezza compositiva sommata alla tensione tecnologica possano più che mai oggi determinare complessità virtuose.
Intervento di riqualificazione edilizia
Azienda agricola Carmasciando
Il gesto chiaro dell’addizionare, coniugato alla volontà di tenere sempre in equilibrio perfetto la composizione e i differenti aggettivi che essa utilizza, rende complessa e assieme leggera la narrazione. L’intransigente regia del giovane studio casertano cerca e trova tra i boschi e le colline alto irpine di contrada Carmasciano, giusta distanza da facili stilemi e vezzi autoriali, offrendo al fruitore scene di rara essenzialità ove contenitore e contenuto finiscono sempre col fondersi in virtuosi connubi in equilibrio tra princìpi e necessità, raffinatamente intrisi di architettura e design di chiara matrice di scuola italiana.
Menzione intrrvento di riqualificazione edilizia
Casa Caporaso Pironti
Sono subito chiare le ragioni di un programma che del centro storico di Benevento rispetta il passato settecentesco, scavando in esso per reperire spunti, svelare spazi, utilizzare materiali. Ad un tratto però, quasi a sorpresa, forse di getto, eccolo scrivere un capitolo nuovo, e qui inusuale, di una modernità che defilata ma netta si intravede elegante far capolino dalla stretta strada di accesso, pronta ad inscenare un dialogo, ardito e rispettoso assieme, con muri portanti, strettoie, giardini, sbalzi, insomma con chi la accoglie offrendole generosamente spazio, scena.
Premio speciale Listone Giordano – Intervento di riqualificazione edilizia
Attico 149
È assegnato al progetto di ristrutturazione di un edificio risalente al tardo ottocento da parte dell’architetto Paolo Basco per il suo utilizzo “sartoriale” di un materiale naturale come il legno all’interno di un progetto caratterizzato da numerose soluzioni disegnate su misura e realizzata artigianalmente. Interessante il dialogo tra interno ed esterno, superfici in legno orizzontali e verticali valorizzate da interventi illuminotecnici studiati al fine di ottenere un “total look” dalle atmosfere calde ed avvolgenti.
Premio speciale Willis towers Watson – Intervento di nuova costruzione
Ospedale del Mare a Napoli
Questa opera ci ha colpiti particolarmente per la funzione sociale che svolge trattandosi di un ospedale, ma anche per il modo in cui è stata realizzata. L’aspetto moderno e la ampia luminosità dell’edificio data dalla costruzione in vetro, che permette alla struttura e alla hall di risultare accogliente e molto luminosa, quasi integrata negli spazi di verde esterno e nel cielo che lo circondano.
Il Premio Bruno Zevi per la diffusione della cultura architettonica, destinato ad una testata giornalistica che si sia distinta nell’attività di promozione e diffusione dell’architettura contemporanea, è stato assegnato a La Repubblica Napoli, con il caporedattore Ottavio Ragone.
Per la tradizionale e costante attenzione che la testata giornalistica riserva ai temi dell’architettura e dell’urbanistica di Napoli e della Campania, legandoli alle più generali vicende politiche, sociali ed economiche del territorio. Per la linea editoriale schierata dalla parte della modernità e della innovazione nei processi di trasformazione delle città.
La giuria ha, inoltre, ritenuto di riconoscere Menzione d’onore alla Memoria a Fabrizio Carola.
Figura di architetto poliedrico nell’ambiente napoletano del Novecento, con una attitudine progettuale da homo faber rinascimentale più che da tecnico-professionista. Ha detto di sé che non amava l’architettura, ma amava “fare architettura”. L’ha fatta con talento e passione, soprattutto in Africa, lasciando una traccia innovativa e duratura nel capitolo delle tecniche costruttive tradizionali.
Il Premio alla Carriera e all’enorme contributo di ricerca e sperimentazione architettonica, è stato assegnato a Massimo Pica Ciamarra che ha scelto sempre la contemporaneità, più che la modernità, cogliendone le espressioni meno convenzionali, le linee progettuali più sperimentali. Sessant’anni esatti, per ora, di dedizione all’architettura professata con spirito laico: nell’insegnamento universitario, nella professione e nella ricerca di livello internazionale, nell’attività culturale. Un intellettuale/architetto che non ama essere considerato un maestro ma che seduce ancora le giovani generazioni di architetti con la sua meditata predicazione eretica.