Capua. In Terra di Lavoro è ancora possibile fare architettura. Ce ne parla Enzo Battarra

foto di Franco Cucciardi

Capua. In Terra di Lavoro è ancora possibile fare architettura. Ce ne parla Enzo Battarra

Riportiamo l’articolo pubblicato su il Mattino di Caserta di martedì 8 dicembre 2020, di Enzo Battarra

ph: Franco Cucciardi

 

 

Tagli moderni con l’antico 

di Enzo Battarra  

 

 

 

La notizia è che si fa architettura. In Terra di Lavoro è ancora possibile, nonostante tutto, fare architettura. Ne è un bell’esempio la realizzazione dell’Aulario del Vescovado a Capua. Da pochi giorni è stato spogliato dalle impalcature e l’edificio, completato, è sotto gli occhi di tutti. E fa bella presenza di sé per le strade del centro cittadino.

 

 

Posto sulla riviera casilina, guarda verso il fiume e il ponte vecchio. Suggestiva è proprio la veduta dal Volturno, dal fiume, incidendo con eleganza sul riverfront capuano.

 

 

Il rischio era che, a poche decine di metri dall’Appia antica e nel punto più visibile dalla lunga balconata che accompagna il Volturno nel suo passaggio a margine del centro, sorgesse un edificio commerciale. Sembrava quasi inevitabile. Fu la curia di Capua a decidere di rilevare l’area oggi di sedime dell’Aulario affidando il progetto allo studio degli architetti Luca Branco e Vincenzo Rossetti e come consulente scientifico esterno al professore Massimiliano Rendina, architetto sammaritano, docente universitario al dipartimento di Ingegneria della Vanvitelli.

 

 

A loro è toccato il delicato compito di ricucire antico e moderno nella maniera più adatta alla storia che stratifica virtuosamente la bellissima città. Alla realizzazione dell’opera hanno provveduto anche gli ingegneri Massimo Sapio e Gaetano Lo Sapio per il progetto delle strutture e per la direzione dei lavori. Hanno collaborato provvedendo ai modelli gli architetti Ilaria Baldascino e Ileana Decato.

 

 

Ambito dell’intervento è stata l’area del centro storico di Capua limitrofa al Duomo e a piazza Etiopia, anni fa già luogo di un concorso di idee bandito dall’Ordine degli architetti di Caserta. Qui aleggia il profilo porticato di un pezzo significativo di città compreso tra fiume Volturno e città, quasi del tutto distrutto nel 1943 dal bombardamento alleato che micidiale colpì il ponte romano e quanto confinava dell’impronta dell’antica Casilinum. La nuova struttura è posta a chiusura d’angolo dell’intera insula diocesana nella quale è presente la cattedrale di Capua e contiene i locali di ministero pastorale.

 

 

massimiliano rendina

 

 

Spiega Massimiliano Rendina: «L’opera tenta il dialogo con l’importante storia medievale della capitale della Longobardia Minore, rileggendo in chiave moderna i tagli profondi nelle murature portanti e le libertà morfologiche dell’eccentrico periodo storico. Le aule utilizzano, accoppiandosi variamente, le rade e ampie bucature che disegnano tre fronti di fabbrica, configurando una inedita ed esemplare maniera di disegnare un pezzo di modernità. E questo perché, in questo caso, ci siamo caricati della responsabilità di dimostrare che tra antico e passato sia certamente possibile un dialogo e che oggi questo confronto dialettico sia più che mai necessario e irrimandabile».

 

articolo mattino

 

Insomma, in questa opera di architettura c’è un approccio di grande sobrietà allo splendore della Capua medioevale. Ma non per questo mancano libertà compositiva e capacità di innovazione. Il rispetto per il paesaggio urbano in cui l’intervento ricade si traduce in un edificio che condensa in sé storia e progresso, che si caratterizza dialogando con l’augusto passato, ma senza il timore di confrontarsi apertamente, decidendo di voler incidere in maniera significativa sul tessuto cittadino. È un modo per fare architettura contemporanea senza ricorrere alle spregiudicate spettacolarizzazioni di progetti che negano il contesto e il territorio in cui vanno a calarsi.

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Massimiliano Rendina (S. M. Capua Vetere, 1955) è docente universitario al dipartimento di Ingegneria dell’Università della Canpania Luigi Vanvitelli. Si laurea in Architettura a Napoli nel 1981. Dottore di ricerca nel 1992, dal 1995 è ricercatore universitario in composizione architettonica, confermato dal 1999. Dal 1998 è stato titolare del Corso di Laboratorio di Progettazione architettonica I presso la facoltà di Architettura della II Università degli studi di Napoli. Opera nel campo della progettazione architettonica, realizzando diversi interventi che ottengono vari premi e riconoscimenti occupandosi principalmente di edilizia pubblica: sede bancaria a S. Maria a Vico (citata da R. De Fusco in “Storia e Civiltà della Campania – Novecento), edificio IACP a Trentola Ducenta e alloggi IACP per agricoltori a Carinola (premio L. Cosenza 1990), ampliamento del Municipio di San Pietro Infine (primo classificato 1998), osservatorio archeologico a S. M. Capua Vetere (premio Centocittà 1999), PRUSST della conurbazione casertana (primo classificato Italia). Autore di numerosi saggi, pubblica i suoi lavori su libri e riviste specializzate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

enzo battarra

Enzo Battarra (Napoli, 1959) è critico d’arte e giornalista. Collabora con il quotidiano “Il Mattino” e con riviste specializzate d’arte di rilievo internazionale. Ha pubblicato diversi libri sui temi dell’arte, è curatore indipendente di mostre. Medico, dermatologo, è responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia e Malattie veneree dell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta, dove svolge anche le funzioni di addetto stampa. È stato direttore dell’attività museale, espositiva e convegnistica del Comune di Caserta. Ha ricoperto il ruolo di assessore alla Cultura nei Comuni di Caserta e Casagiove.