Intervista al musicista Laìn

Laìn

Intervista al musicista Laìn

Laín è il primo artista ad essere pubblicato dalla neonata etichetta campana Soundinside Records. Giovane cantautore, classe 1990, originario di Ischia, isola del golfo di Napoli, da padre italiano e madre americana, dopo un’infanzia travagliata si trasferisce dai nonni materni. Accompagnato nel viaggio musicale da suo zio, ben presto si avvicina alla musica rock e nei primi anni di liceo, con una chitarra di fortuna, inizia a dare corpo e musica ai suoi pensieri e alle sue riflessioni. A marzo del 2019 l’incontro tra Laín e Jex Sagristano, ideatore, fondatore e produttore dell’etichetta Soundinside Records. Jex, folgorato dalla carica emotiva e pura delle canzoni nude e crude del cantautore, inizia, insieme a Stefano Bruno, a lavorare al primo album dell’artista: “Line of light”. Il sound presentato da Laín regala un tuffo negli anni ‘90, riconoscibili le contaminazioni Grunge e folk americane, le sue note regalano un viaggio sognante attraverso le distese polverose delle route desertiche. Il disco è stato registrato e mixato nello studio Soundinside Basement Records e masterizzato a Seattle al Resonant da Ed Brooks.

 

Lo abbiamo incontrato per fare due chiacchiere.

 

“Dust” è la tua prima release. Chi è Laín? Raccontaci cosa ti ha portato dove sei oggi?
“Sto ancora cercando di capire chi sono e in questo progetto ci sono molte delle risposte che cerco. Il passato mi ha fatto capire cosa non sono ed è così che sono arrivato a questo punto: per esclusione”.

 

Cosa ha significato per te l’incontro con Jex Sagristano e come avete lavorato sui brani del disco insieme anche a Stefano Bruno?
“Quando Stefano sentì le mie canzoni aveva già le idee chiare e non vedeva l’ora di iniziare. Jex ha messo competenza, grinta, esperienza, idee e tanto tanto tempo in questo progetto. Abbiamo lavorato serenamente, anche quando il covid ci ha impedito di vederci. C’è un grande entusiasmo che rende tutto più facile”.

 

Quali sono gli ascolti che negli anni ti hanno portato a strutturare il tuo sound? Quali gli artisti ai quali ti ispiri?
“Sono tantissimi e ora ne ho uno nuovo. Tutto questo lavoro è stato come avvolto dall’aura di Elliott Smith. Il primo giorno in studio mi dissero che il mio modo di cantare e strutturare i pezzi ricorda molto il suo. Io non sapevo chi fosse, ma da lì in poi era dappertutto. In macchina, a casa, ovunque c’era la sua musica.​ Di solito i tuoi idoli li segui e li “imiti”, io invece mi sono ritrovato a somigliargli senza conoscerlo. È una sensazione meravigliosa”.

 

Facciamo un gioco: se dovessi associare la tua musica a un odore, ad un sapore, ad un paesaggio quali sarebbero?
“Per me ogni canzone avrebbe un suo gusto ed un suo odore. Dust, ad esempio, mi fa immaginare una città fantasma che odora di cenere”.

 

Cosa speri che accada nei prossimi mesi e quali sono i tuoi programmi per il prossimo futuro?

“Nei prossimi mesi usciranno altri singoli che faranno parte del mio primo album. Vorrei formare una band portare la mia musica in giro, conoscere altri artisti e continuare a crescere”.

 

 

 

 

Roberta Cacciapuoti

Roberta Cacciapuoti. Insegnante di lettere, direttrice artistica e fotografa musicale. Arte e musica sono il filo rosso che lega ogni cosa.