Lidia Luberto ci racconta il Premio giornalistico Serao, quest’anno ad Agnese Pini
Agnese Pini, direttrice del quotidiano La Nazione di Firenze, vincitrice del Premio Serao 2021, ritirerà il riconoscimento mercoledì 21 luglio a Carinola (ore 18,30, piazza Vescovado).
Selezionata dalla giuria presieduta da Federico Monga, direttore del Mattino, Agnese Pini è la prima donna in 160 di storia a dirigere il giornale con il quale, peraltro, a soli 21 anni, aveva cominciato a collaborare.
Nata a Carrara trentasei anni fa, laurea con lode in Lettere, dopo aver frequentato la Scuola di giornalismo Walter Tobagi di Milano, cominciò a occuparsi di cronaca nera e giudiziaria per Il Giorno e a collaborare con l’agenzia Ansa, con Il Gruppo editoriale L’Espresso e con Mondadori. Tornata nel 2016 alla Nazione, edizione di Siena, come vice caposervizio, l’anno successivo passò alla redazione fiorentina, prima come vice capocronista e poi come vicedirettrice del quotidiano, fino a quando, nel 2019, ne assunse la direzione.
Il Premio Serao fu istituito nel 2001 con delibera dal Comune di Carinola, la cittadina di cui era originario il padre di Matilde Serao, Francesco, e dove per qualche tempo visse la scrittrice e giornalista, fondatrice con il marito Eduardo Scarfoglio del Mattino. L’obiettivo era quello di celebrare l’illustre giornalista ma anche per diffondere la conoscenza della cittadina di Terra di Lavoro che conserva prestigiose testimonianze artistiche, architettoniche e storiche, la “Pompei quattrocentesca”, come la definì lo studioso Massimo Rosi, nel suo libro ad essa dedicato.
L’iniziativa fu ideata da Antonio Corribolo, allora consigliere comunale. E fu proprio lui e il sindaco Pasquale Di Biasio che mi contattarono per coinvolgermi nel progetto, perché a Carinola sono le mie radici e perché firmavo e firmo per il Mattino, il giornale di donna Matilde. Accettai con entusiasmo la proposta ma posi una condizione: che questo riconoscimento fosse destinato alle donne. In Italia esistono decine di premi giornalistici ma non ce n’è nessuno che abbia fatto una scelta “di genere”. La mia richiesta non aveva, ovviamente, niente di discriminatorio o di settoriale, ma mi sembrava il modo migliore per attirare l’attenzione su questo mestiere declinato “al femminile”, e sulla zprofessionalità delle donne che lo intraprendono. Cominciò, così, l’avventura del Premio Serao che non sapevamo se e per quanto sarebbe andata avanti. Ma ci credemmo fin dall’inizio con tutta la passione e le nostre capacità, senza mai tirarci indietro e impegnandoci in modo volontaristico, esclusivamente per amore della cultura, delle nostre origini, di Matilde Serao e, per quanto mi riguarda, del Mattino, da sempre e, nonostante qualche incursione e collaborazione altrove, il “giornale del mio cuore”.
Per la verità nelle prime edizioni fummo incoraggiati da grandi personalità anche loro originarie di Carinola, come padre Michele Piccirillo,
archeologo di fama mondiale e custode in Terra Santa, da Tommaso Daniele, per oltre 28 anni presidente nazionale dell’Unione Italiana Ciechi, e dall’allora rettore della Seconda Università di Napoli, Antonio Grella, nato in zona anche lui, a Cascano, per la precisione. Tutti loro colsero subito la bontà del progetto e le sue potenzialità di sviluppo e ci supportarono con la loro presenza, preziosi consigli e suggerimenti.
Da qualche anno, poi, c’è un altro importante carinolese, Giuseppe Lasco, condirettore generale di Poste italiane spa, che da quando vi partecipa ha dato un ulteriore impulso alla manifestazione. In alcune delle prime edizioni riuscimmo anche a portare da Roma a Carinola la nipote di Matilde Serao, la marchesa Adriana Gherardini Taglioni, figlia di Eleonora nata dall’unione di donna Matilde con l’avvocato Giuseppe Natale, suo secondo compagno di vita. La signora Adriana fu presente per tre edizioni consecutive e affascinò i partecipanti non solo con il racconto di numerosi aneddoti inediti della sua celebre nonna, ma anche regalando ai presenti deliziosi camei frutto della sua cultura e della sua innata e raffinata capacità di comunicare.
Non sono mancate, però, in queste 15 edizioni (15, appunto, perché per qualche anno non si riuscì ad organizzare il Premio), le difficoltà, i contrasti, le persone che ci hanno remato contro. Ma non abbiamo mai desistito, non ci siamo arresi, nonostante queste ed altre difficoltà, anche economiche: l’amministrazione comunale di Carinola finanzia il Premio con non più di 1500 euro all’anno. E, a parte qualche sponsor che non sempre abbiamo potuto coinvolgere, facendo dei veri salti mortali, con calcolatrici alla mano per controllare conti e spese, riusciamo a realizzare praticamente a costo zero l’evento.
Peraltro, come accennato, per tre anni il Premio venne addirittura sospeso. Eravamo ormai rassegnati che tutto sarebbe finito. Invece,
grazie all’incontro fortuito che, durante una vacanza a Gaeta, ebbi con la mia amica, all’ epoca commissaria straordinaria al comune di Carinola, Vittoria Ciaramella, l’iniziativa rinacque. Fu proprio la dottoressa Ciaramella, alla quale avevo raccontato con rammarico e dispiacere il fallimento del Premio, che pensò di recuperarlo e così riprese il suo cammino.
Il Premio viene realizzato fin dalla prima edizione con il patrocinio del Mattino grazie alla sensibilità di tutti i direttori che si sono avvicendati alla guida del giornale, da Paolo Graldi a Paolo Gambescia, i primi a credere nel valore dell’iniziativa, a Mario Orfeo, a Virman Cusenza ad Alessandro Barbano, fino all’attuale, Federico Monga. Significativa per l’affermazione dell’iniziativa è anche l’adesione del Gruppo Poste Italiane entrato a pieno titolo nell’organizzazione, in ricordo degli anni in cui Serao lavorò come telegrafista nell’ufficio postale di Napoli.
La prima edizione si tenne il 14 marzo 2003, una data che non fu scelta a caso: la prima riunione di redazione del Mattino, con Matilde Serao ed Eduardo Scarfoglio, venne effettuata, infatti, proprio il 14 marzo 1892 e il primo numero del giornale fu nelle edicole due giorni dopo.
Negli anni a seguire per dare maggiore forza e continuità all’iniziativa e per allargare la platea degli appassionati fu fondata anche l’Associazione “Matilde Serao”, presieduta in un primo momento da Silvana Sciaudone e poi dallo stesso Corribolo, che da allora raccoglie estimatori della giornalista-scrittrice e uomini e donne di cultura.
Le vincitrici della edizione inaugurale furono Carmen Lasorella, corrispondente della Rai, e Natalia Aspesi, editorialista di Repubblica.
Quindi, nel corso degli anni, sono state insignite del riconoscimento (un’opera realizzata appositamente dal maestro napoletano Lello
Esposito), in ordine cronologico, Giovanna Botteri (Raitre), Daniela Vergara (Raidue), Lucia Annunziata (Raitre e Huffington Post), Rosaria Capacchione (Il Mattino), Barbara Stefanelli (Corriere della Sera), Titta Fiore e Donatella Trotta (Il Mattino), Bianca Berlinguer (Raitre), Sarah Varetto (Sky tg), Adriana Cerretelli (Il Sole 24ore), Fiorenza Sarzanini (Corriere della Sera), Lucia Goracci (Rai) e Myrta Merlino (La7).
Accanto a quella giornalistica, nel 2017, su iniziativa del Mattino, venne istituita la sezione letteraria del Premio Serao, anche questa al femminile.
Nelle varie edizioni, il premio è stato assegnato ad Antonia Arslan (2017), Azar Nafisi (2018), Dacia Maraini (2019) e l’edizione 2021, ripresa dopo la pausa del 2020 causata dalla pandemia, a Igiaba Scego.
Lidia Luberto, nata a Carinola, vive a Caserta. Docente di Lettere, come giornalista ha collaborato con riviste, emittenti locali e periodici; ha firmato per i quotidiani Il Giornale di Napoli, Roma, il Corriere del Mezzogiorno, edizione regionale de il Corriere della Sera, per i quali si è occupata di temi di carattere sociale e culturale, di problemi legati alla tutela dei beni artistici e architettonici, nonché di questioni relative alla condizione femminile. Attualmente collabora con il quotidiano il Mattino. E’ co-fondatrice e animatrice del Premio giornalistico nazionale Matilde Serao. Ha pubblicato il libro di narrativa La casa delle bifore (Guida) e Miriam Mafai, nella collana Italiane (Maria Pacini Fazzi editore)