Lo storico Carmine Pinto a Palazzo Fazio per Aspettando Capua il Luogo della Lingua festival 

Lo storico Carmine Pinto a Palazzo Fazio per Aspettando Capua il Luogo della Lingua festival 

Saranno Giovanni Valletta e Fiorenzo Marino ad incontrare l’autore Carmine Pinto, docente di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Salerno, per parlare del libro Il brigante e il generale La guerra di Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola, edito da Laterza, mercoledì 26 aprile alle ore 18,30 a Palazzo Fazio, sede della associazione culturale Capuanova per Aspettando il Festival, gli eventi che ci accompagnano alla 18esima edizione di Capua il luogo della Lingua, il festival letterario più longevo della provincia di Caserta, diretto da Giuseppe Bellone, che anche quest’anno, a partire dal 17 maggio, alzerà il sipario sulla città del Placito capuano, primo documento scritto in volgare che vede nella Capua longobarda del 960 la sua genesi, analizzando in chiave contemporanea la scrittura, asse portante del festival e tutte le sue declinazioni.  

 

Carmine Pinto ha scritto sui sistemi politici del Novecento e si occupa di guerre civili e movimenti nazionali nel XIX secolo. Per Laterza è autore di La guerra per il Mezzogiorno. Italiani, borbonici e briganti 1860-1870 (2019, vincitore, tra gli altri, del Premio Cherasco Storia, del Premio Sissco, del Premio Fiuggi Storia e del Premio Basilicata). 

 

 

Il libro  

Subito dopo l’Unità l’Italia si trovò a combattere una vera e propria guerra civile, quella per il Mezzogiorno. Una guerra che ebbe tra i protagonisti un brigante e un generale, Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola. Uno spavaldo erede del mondo feudale contro un baldanzoso aristocratico di spada, l’ultimo esercito dell’antico regime contro il primo esercito nazionale. Una storia che ancora oggi suscita emozioni e divide. 

Sulle rive dell’Ofanto, nel Mezzogiorno italiano, un secolo e mezzo fa si svolse una grande sfida. Da una parte c’era il brigante, Carmine Crocco. Pastore, militare, bandito di professione, divenne il capobanda più famoso nelle campagne meridionali dopo il 1860. Alla guida del brigantaggio filoborbonico, sperimentò forme di guerriglia che avranno fortuna nel XX secolo, anticipandone gli aspetti politici e una organizzazione criminale su larga scala. Dall’altra parte, il generale, Emilio Pallavicini di Priola, aristocratico sabaudo, militare esperto in operazioni speciali e al comando di reparti schierati nella campagna contro il brigantaggio. L’ufficiale era parte dell’antica aristocrazia di spada e interpretò la conclusione di un processo secolare, in cui i ruoli militari passavano definitivamente ai professionisti della guerra. Nel primo decennio dell’Italia unita furono questi due uomini, lontanissimi per origine e formazione, i protagonisti più conosciuti della guerra per il Mezzogiorno.  

Carmine Pinto racconta le loro ‘vite parallele’ e, attraverso queste, gli episodi, i luoghi, le battaglie e le leggende, la guerra tra il primo esercito nazionale e l’ultimo dell’antico regime, fino allo scontro finale e al sorprendente epilogo delle loro esistenze. 

 

  

Premio Città di Montesano 2019
Premio Sele d’Oro, sezione saggi, 2019
Premio Rende Book Festival 2019
Premio letterario Città di Siderno, sezione saggistica, 2019
Premio Basilicata, sezione saggistica storica, 2019
Premio Fiuggi Storia, sezione saggistica, 2019
Premio SISSCO 2020
Premio Parco Majella 2020
Premio Internazionale Cherasco Storia 2020
Premio Capitanata 2021