Capua: Sant’Eligio chiesa e “cimiterium”

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Capua: Sant’Eligio chiesa e “cimiterium”

La chiesa capuana di Sant’Eligio venne fondata, insieme all’ospedale dei Pellegrini, tra il 1284 ed il 1296. Essa venne erette vicino ad una delle porte principali di accesso alla città, in origine detta dei “capuani”, dotata di una torre di avvistamento, che in seguito venne trasformata per poi esser chiamata di Sant’Eligio.

 

Questa nuova fabbrica sacra venne, inoltre, costruito sul luogo dove, in precedenza, vi era una chiesa dedicata a Sant’Erasmo. In merito ai promotori della sua istituzione, la storiografia ufficiale ancora è impegnata sull’attribuzione dei nomi relativi al suo principale committente.
Per quanto le fonti locali riportino con insistenza la figura di Bartolomeo di Capua, già Capece, nel 1750, si ricollegava all’iscrizione posta all’interno della chiesa, in cui, alla data 1296, veniva menzionato Andrea di Caiazzo, in qualità di amministratore della fabbrica di Sant’Eligio, che, insieme agli altri membri della Confraternita, aveva realizzato l’opera raccogliendo le elemosine dei fedeli. In un altro testo, risalente al 1634, si fa, poi, riferimento agli stemmi presenti nella primitiva facciata. Uno apparteneva agli Angiò, mentre l’altro al principato capuano. Entrambe erano stati collocati su tale prospetto proprio per testimoniare che la chiesa era stata costruita con il concorso del re e dell’amministrazione cittadina. Dal momento che in più fonti si menziona spesso l’appartenenza del complesso alla città, è probabile che i lavori veramente siano stati promossi dal governo della Città, mentre il suo abbellimento venne realizzato attraverso l’elargizione di fondi da
parte di uno dei sovrani della dinastia angioina.

 

Nonostante il reperimento di specifiche notizie, è, tuttora, alquanto complesso effettuare una ricostruzione filologica riguardanti i processi lavorativi e le vicende artistiche della intera fabbrica di Sant’Eligio: dagli interventi decorativi eseguiti a partire dal e conclusi pressappoco quando vi si insediarono all’interno i Chierici Regolari Teatini. Quest’ultimi giunsero a Capua, nel 1572, ma presero possesso della chiesa soltanto nel luglio del 1574. È ipotizzabile, al di là dei singoli episodi che hanno riguardato tale complesso, che fino alla prima metà del Settecento la chiesa conservò il suo assetto originario. I restauri e gli ampliamenti del nuovo impianto si ebbero a cominciare dal
1732. L’attuale edificio, dunque, è il risultato di una serie di lavori che si sono protratti a partire dalla data suindicata fino al 1747.

 

La chiesa di Sant’Eligio ha una a pianta longitudinale ed è composta da un’unica navata. A destra e a sinistra di questa si sviluppano tre cappelle per lato, tutte ornate a stucco, in buona parte prive del loro allestimento originario. Dietro la mensa principale, sono ancora visibili i seggi lignei delle confraternite pertinenti alla chiesa. Integra è, inoltre, la pala d’altare con la raffigurazione dell’Immacolata Concezione con i Santi Eligio e Carlo Borromeo.

 

 

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Per quanto riguarda l’acquisizione di altre importanti notizie riguardanti quest’edificio, si fa riferimento alla Santa Visita effettuata dell’Arcivescovo Francesco Serra di Cassano, avvenuta il 17 agosto 1839, dove vennero descritte tre delle sei cappelle interne, in cui venne fatta singolare menzione degli altari marmorei e dei dipinti raffiguranti Sant’Andrea d’Avellino e Sant’Irene. Al contempo, venne accuratamente trascritta la cappella del S.S. Crocifisso al cui interno vi era il quadro con la Vergine Addolorata.

 

Il cardinale Caracciolo, nella sua relazione, definì il luogo di sepoltura della chiesa, collocato al di sotto del pavimento dell’aula principale, come uno dei pochi esemplari dii “Terra Santa” destinata a dare degna sepoltura ai fedeli. Lo stesso arcivescovo, fece anche annotare che all’ingresso della navata vi era una lapide con il busto a rilievo di Paolo Bottone, noto medico capuano vissuto nel Seicento, recante la seguente iscrizione: D.O.M. PAOLO BOTTONIO MEDICO REGOLARISSIMO ET OMNIBUS POETI, 1640. Ancora il Caracciolo, concludeva la sua relazione ipotizzando che le cappelle di Sant’Eligio non erano state commissionate da nobili di Capua, in quanto essa era sorta con l’obiettivo di contenere un cimiterium da destinare ai cittadini.

 

 

Il presenta articolo è estratto dal libro “Terza pagina” di Daniela De Rosa, raccolta di articoli pubblicati sul mensile Block Notes diretto da Franco Fierro

 

Ph: Rosario Napoletano

 

 

 

 

daniela de rosa

Daniela De Rosa è insegnante di materie letterarie, giornalista pubblicista, autrice di numerosi saggi storici. Per diversi anni ha collaborato con la società Opere Mu.se.a alla Reggia di Caserta, occupandosi di didattica museale.