Capua, nel nome di Ferdinando Palasciano, accoglie Wanda Marasco: la Campania al Premio Strega 2025

Capua, nel nome di Ferdinando Palasciano, accoglie Wanda Marasco: la Campania al Premio Strega 2025

Venerdì 9 maggio ore 18.00, nella Biblioteca Museo campano, dopo una visita alla Biblioteca del Museo, a seguire, incontriamo WANDA MARASCO autrice del libro Di spalle a questo mondo (Neri Pozza), ispirato alla figura del medico capuano Ferdinando Palascianounica voce campana in corsa per il Premio Strega 2025, il più prestigioso premio letterario italiano, ospite di Capua il Luogo della Lingua festival. 

Wanda Marasco è nata a Napoli, dove vive. Ha ricevuto il Premio Bagutta Opera Prima per il romanzo L’arciere d’infanzia (Manni 2003) e il Premio Montale per la poesia con la raccolta Voc e Poè (Campanotto 1997). I suoi testi sono stati tradotti in inglese, spagnolo, tedesco e greco. Il genio dell’abbandono (Neri Pozza 2015) è stato selezionato per il Premio Strega 2015 e portato in scena dal Teatro Stabile di Napoli per la regia di Claudio Di Palma. Nel 2017, sempre per Neri Pozza, è uscito il romanzo La compagnia delle anime finte, arrivato finalista al Premio Strega.

 

Incontrano l’autrice

Rosanna Sangiuliano membro del CdA Museo campano

Anna Di Mauro Presidente Giuriste 5.0 aps ets per i diritti umani

Michela Volpe psicologa e psicoterapeuta

Marilena Lucente scrittrice

 

Evento in collaborazione con Giuriste 5.0 aps ets per i diritti umani

 

 

Il libro

Se è vero che ogni esistenza viene al mondo per incarnare un dramma, quello di Ferdinando Palasciano e di sua moglie Olga Pavlova Vavilova è tra i più dolenti e irriducibili: è il dramma dell’imperfezione.

Fin da bambino Ferdinando ha odiato la morte al punto da fare della salvezza la sua ossessione di medico. Ma una vocazione così grande, scontrandosi con le iniquità subite, non può che fallire e trovare casa nella follia. Olga, nella sua infanzia a Rostov, ha dovuto misurarsi proprio con l’alienazione materna, quintessenza di Storia e fragilità. Unico scampo da essa la fuga, frenata da una radice nascosta sotto la neve e dalla zoppia, che diventa destino e comunione con l’imperfetto. Ma si può vivere a un passo dall’ideale? Ferdinando, dal buio della sua ratio opacizzata, continuerà a salvare asini e pupi; mentre Olga, pur guarita dalla scienza e dall’amore di Ferdinando, tornerà a claudicare. Voi non credete che quando ci spezziamo è per sempre? La domanda che Olga rivolge al pittore Edoardo Dalbono è sintesi di una irreparabilità e di una caduta che restano perenni.

Il pendolo è muto. Ferdinando e io studiamo le grandezze del tempo sprofondate in un orologio fermo. C’è una gioia selvatica in questa stanza. Facciamo gli amanti in ginocchio, uno di fronte all’altra, con l’impulso a prenderci. Ma ci siamo intimiditi nella morte. Io gli dico che sento intorno a me una luce cieca. È uguale a quella delle primavere russe.

«In questo romanzo fatto di luci e ombre, in cui la storia individuale è sapientemente innestata in quella collettiva, Wanda Marasco raggiunge il culmine assoluto di un affondo nell’umano che da Il genio dell’abbandono non smette di abbagliare e di sorprendere. Ogni frase, ogni parola è sapienza e cura. E la cura – come scrive l’autrice – è quasi tutto». Elisa Ruotolo

«In Wanda Marasco colgo almeno due tratti decisivi: la raffinatezza della scrittura, che occupa tutte le gradazioni dei registri linguistici, e lo slancio drammatico portato entro la narrazione, che dà ai personaggi uno stacco e un dinamismo straordinari». Cesare Segre

 

 

Figura cardine dell’ottocento, Ferdinando Palasciano è da sempre considerato il precursore della Croce Rossa per la sua attenzione ai più fragili e l’applicazione del princìpio di neutralità in ambito medico.

Nato a Capua il 13 giugno 1815, fu uno dei più famosi chirurghi d’Europa, conosciuto soprattutto per le sue innovative tecniche chirurgiche e le diverse ricerche scientifiche.

Uomo dotato di una notevoli attitudini professionali, ma ancor più di un innata attenzione verso le persone sofferenti, i feriti e i malati. Fu ufficiale medico dell’esercito Borbonico e, durante questa fase della sua vita, acquisì – inoltre – una notevole esperienza in numerosi campi della sanità militare.

 

 

 

 

 

 

 

 

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